Al museo dell’Ara Pacis di Roma la mostra “Magnum Manifesto”
Al museo dell’Ara Pacis un incontro col mito della fotografia. La Magnum Photos , assemblaggio straordinario di protagonisti che hanno scritto pagine irripetibili del fotogiornalismo, anzi lo hanno inventato. A partire da quei soci fondatori che nel 1947 diedero vita all’avventura della cooperativa: Henri Cartier-Bresson, Robert Capa, George Rodger e David Seymour (Chim). Non semplici testimoni della realtà, ma narratori per immagini, non cronisti ma creatori di icone, deliberati cacciatori del vero, nella sua invisibilità: il vero che sfugge all’occhio umano perchè si annida nei millesimi di secondo di un otturatore.
E i maestri di Magnum Photos – uomini che la loro stessa avventura ha trasformato in categoria dell’immaginario – hanno così finito col raccontarci nei dettagli gli ultimi 70 anni della storia dell’umanità. Costume, società, guerra, sport, storie di uomini e donne e Storia con la S maiuscola; dove nel mondo accadeva qualcosa di rimarchevole c’era (e c’è) un fotografo Magnum .
Nata per celbrare i 70 anni della più nota agenzia fotogiornalistica, la mostra tuttavia è proprio il mito di Magnum Photos che nega, la superficialità liquidatoria contenuta in quella definizione che è un apprezzamento, ma che non racconta nulla. Come recita il testo di presentazione: «La storia dell’arte ha dimostrato che le opere hanno spesso due autori: l’artista e il suo contesto. Ed è vero anche per Magnum. Era quindi necessario accostare lo studio cronologico e tematico della cooperativa a quello delle grandi questioni che hanno segnato la seconda metà del Novecento e i primi anni Duemila: proponiamo quindi una storia incrociata. Insieme, i membri di Magnum hanno contribuito a dare forma alle evoluzioni culturali con il loro sguardo impegnato, ironico, critico e originale. Questa mostra si spinge al di là del mito e inserisce l’agenzia in un contesto storico più ampio, grazie a un dettagliato lavoro di documentazione».
Divisa dal curatore, Clément Chéroux (direttore della fotografia al MoMA di San Francisco) in tre sezioni, la mostra è un compendio cronologico e tematico assieme dove nella prima sezione protagonista è il dopoguerra e quegli ideali di libertà, uguaglianza, partecipazione che permeavano le speranze di un mondo sopravvissuto al peggiore conflitto della Storia; un mondo profondamente mutato, frammentato e senza certezze, quello raccontato nella seconda sezione, dedicata agli anni ’70-’90. Qui lo sguardo si focalizza sulle minoranze, e gli esclusi. La terza sezione invece “1990-2017: Storie della fine” segue le forme espressive con le quali i fotografi Magnum hanno raccontato le trasformazioni del mondo. Un ottantina i fotografi esposti, per un percorso che presenta anche le diverse generazioni dei fotografi Magnum, dai pionieri come Henri Cartier-Bresson, Eve Arnold, René Burri, Philippe Halsman, Elliott Erwitt; alla generazione di mezzo (vedi Josef Koudelka) sino ai grandi di oggi come Jim Goldberg, Alec Soth, Paolo Pellegrin, Trent Parke.
A completare l’esplosione: proiezioni, copertine di riviste, articoli di giornali, libri per approfondire il contesto in cui molte delle fotografie sono nate.
Magnum Manifesto
Guardare il mondo e raccontarlo in fotografia
a cura di Clément Chéroux
Museo dell’Ara Pacis, Roma
Dal 7 febbraio al 3 giugno 2018