Pulvis et Umbra e i suoi personaggi scorretti
Pulvis et Umbra il nuovo romanzo di Antonio Manzini della serie ( Pista nera, La costola d’Adamo, Non è stagione, Era di Maggio, 7.7.2007, Sellerio Editore)dedicata al vicequestore Rocco Schiavone, poliziotto ironico dalle tante facce, uno dei personaggi più scorretti e interessanti del panorama noir italiano, sta già scalando la cima della classifica dei libri più venduti confermandosi come il fenomeno letterario degli ultimi anni . Una passione che i lettori hanno per il personaggio oscuro, scorretto, di Rocco Schiavone che ha accompagnato anche il successo della serie con il vicequestore interpretato da Marco Giallini, di cui Antonio Manzini, è autore della sceneggiatura con Marco Careddu e di cui si sta girando la seconda stagione.
Non ha smussato nulla della figura di Rocco Schiavone in tv
Antonio Manzini «Schiavone rimane scorretto, racconta Antonio Manzini con foga, fuma canne, è manesco, ha un rapporto strano con le donne, si deprime spesso, ha amici d’infanzia diciamo non puliti, insomma resta tutto com’è. Se dovevo edulcorarlo non avrei mai concesso i diritti per la televisione. »
Segue la lavorazione sul set?
Antonio Manzini « Conosco da attore la catena di montaggio di una fiction e una volta blindata la sceneggiatura, me ne resto lontano. Sono contento della scelta di Marco Giallini che, oltre ad essere quasi una copia di Schiavone, ed ha con lui dei punti in comune profondi, è un bravissimo attore.»
Com’è nato il vicequestore Schiavone?
Antonio Manzini «Non lo so, direi che è un parto della mia fantasia anche se è chiaro che negli atteggiamenti, nelle frasi, ci metto sempre qualcuno che ho conosciuto, osservato o semplicemente visto. Mentre le storie nascono dalla pura attualità.»
Come mai ha scelto la Valle d’Aosta?
Antonio Manzini «Amo molto le montagne e in Valle d’Aosta ci vado spessissimo. E’ un posto strano per un romano trasteverino come me e Schiavone. Mi piaceva mettere il mio personaggio in una situazione scomoda, un posto freddo, dove si parla in francese, una valle chiusa da montagne nere rocciose, ma che all’improvviso si apre verso il Gran Paradiso.»
É nata prima la passione per la recitazione o per la scrittura?
Antonio Manzini «Ho smesso di fare l’attore da qualche anno, ho frequentato l’accademia di arte drammatica ma è la scrittura la passione che mi accompagna da quando ero piccolino.»
L’anno scorso ha realizzato anche un film da regista, Cristian e Palletta contro tutti.
Antonio Manzini «Il cinema è un linguaggio meraviglioso, ma è l’ambiente che è terribile. Il film era pronto già da due anni ed è uscito a Giugno. Come si fa? Anni di lavoro vanificati. Allora mi rifugio nella scrittura e chi se ne frega!»